Descrizione
La Tortora selvatica raggiunge una lunghezza di 27-31 centimetri e un’apertura alare di 50-54 centimetri. Dorso e groppone sono grigio-marrone. La coda superiormente è orlata di nero e bianco lungo il bordo, e da sotto appare nerastra con orlatura bianca molto evidente. Le ali nelle parti superiori più vicine al corpo hanno colorazione fulva con macchiettatura marrone-nerastra che passa prima a una banda grigia al centro delle ali e poi nerastra nelle parti terminali. La testa è grigia con due zone nere ai lati del collo con barrature bianche. Il grigio del capo sfuma verso il rosa violetto di collo e petto e schiarisce poi verso bianco sporco dell’addome. Le zampe sono rosse, becco nero e gli occhi di un rosso vivo. I giovani hanno una colorazione meno contrastata e più smorta.
Abbastanza facile osservarla in volo, piuttosto rettilineo e di norma a quote non elevate piuttosto che quando sta posata, aiutata molto dal suo elevato mimetismo e dal suo comportamento discreto. Si associa occasionalmente con altri columbidi come la Tortora dal collare e il Colombaccio. Si nutre normalmente cercando il cibo camminando sul terreno. Nidifica in zone boscate, calde e soleggiate, prediligendo quelle rurali di pianura e collina coltivate a cereali. Evita i grossi centri urbani, ma occupa zone alberate suburbane, oltre a parchi, giardini, orti e frutteti.
L’Italia riveste un ruolo di importante crocevia per gli spostamenti delle Tortore selvatiche tra Europa e Africa, come racconta la vasta area geografica di inanellamento nel nostro Paese. A fronte di una prevalenza di soggetti marcati nell’Europa centro-orientale, con un’alta percentuale in Repubblica Ceca, non mancano provenienze dai Paesi più settentrionali dell’areale distributivo della specie, come la Svezia, né da siti posti in aree più meridionali e mediterranee, quali le coste francesi. Movimenti di ritorno verso Nord che interessano ampiamente il nostro Paese sono testimoniati dalle ricatture di Tortore selvatiche inanellate nell’area di Capo Bon in Tunisia. Prevalgono le ricatture entro i mille chilometri dai siti di inanellamento, ma non mancano spostamenti più importanti, fino a circa 2mila chilometri.
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