Granaiola

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Descrizione

Tra le cosiddette “oche grigie”, l’Oca granaiola si distingue dalle dimensioni maggiori – tra i 70 e gli 85 cm di lunghezza e un’apertura alare che raggiunge i 175 cm – dal piumaggio scuro, le zampe arancioni e il becco arancio macchiato di nero. Inoltre il capo, così come collo e becco, in proporzione al resto del corpo risultano più grandi rispetto a quelli della “cugina”, l’Oca zamperosee (Anser brachyrhynchus ).
L’oca granaiola presenta in realtà due sottospecie, che alcuni autori considerano specie distinte: Anser fabalis fabalis , detta “della taiga” – con becco più arancione che nero, zampe e collo più lunghi – e Anser fabalis rossicus , detta “della tundra”, per l’area diversa in cui nidifica nell’Europa del Nord. In realtà si ritiene che la sottospecie che frequenta il nostro Paese durante le migrazioni e che sverna regolarmente in Italia sia la seconda. Anche se nel complesso l’Oca granaiola della taiga si presenta più tozza, è comunque difficile distinguere le due sottospecie. Maschi e femmine sono molto simili, con dorso, fianchi e ali marroni sfumate di chiaro sui margini, ventre bianco, coda anch’essa marrone con una striscia bianca ben visibile.
Nidificante dalla Scandinavia alla Russia, l’Oca granaiola raggiunge l’Europa meridionale per svernare, anche se da anni sta gradualmente abbandonando le aree di mediterranee fermandosi più a nord e, probabilmente, modificando i suoi spostamenti in base al clima. Al di fuori del periodo riproduttivo è una specie gregaria. Volatore instancabile, durante la migrazione percorre in gruppo lunghe distanze, fermandosi raramente per un breve riposo. È in questi momenti che, in Italia, si possono individuare gli stormi che atterrano lungo le coste tirreniche e nord-adriatiche o nelle zone umide settentrionali, mentre tutte le presenze registrate tra il Centro e il Sud sono ormai da considerarsi eventi accidentali.
Attraverso gli inanellamenti su un piccolo campione è stato possibile ricostruire solo una carta complessiva dei movimenti migratori che interessano l’Italia. Ben sette degli otto esemplari ricatturati sul territorio nazionale erano stati inanellati in Olanda, solo uno risultava marcato in Germania.

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